A cura della Società Italiana di Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC)*
Uno dei problemi che caratterizza l’utilizzo della dieta come strategia iniziale per ottenere un miglioramento del controllo della glicemia – oltre che dei fattori di rischio cardiovascolare – nei soggetti con pre-diabete o diabete conclamato, è la compliance ovvero l’aderenza del paziente alla dieta, che risulta troppo spesso insoddisfacente, soprattutto nel medio-lungo termine. Inoltre, alcuni componenti della dieta – con possibile effetto ipoglicemizzante – sono presenti negli alimenti in quantità modesta o insignificante dal punto di vista funzionale. Per tali motivi, negli ultimi anni si è diffusa la possibilità dell’utilizzo dei “nutraceutici”. Gli Esperti della SIPREC hanno di recente esaminato in maniera sintetica, le evidenze scientifiche circa l’efficacia dei principali nutraceutici con possibile azione ipoglicemizzante (fibre aggiunte, polifenoli, berberina, combinazioni di vari composti).
Ad oggi, si conta un numero sempre crescente di nutraceutici con presunta azione
Ipoglicemizzante. Per esempio, vari nutrienti con proprietà anti-ossidanti possono contribuire a migliorare il controllo della glicemia e a proteggere dalle complicanze del diabete. I polifenoli ad esempio riducono l’assorbimento intestinale di glucosio (attraverso l’inibizione di S-Glut-1). L’acido lipoico svolge un’azione ampiamente documentata di prevenzione della polineuropatia diabetica.
In generale, tuttavia, i risultati degli studi di intervento sull’uomo che hanno valutato l’efficacia dei nutraceutici nella regolazione della glicemia nei soggetti con diabete e in quelli a rischio sono ancora pochi e a volte contrastanti.
Una dieta ricca di fibre (legumi, frutta, verdura) ha effetti benefici sul controllo della glicemia, a breve e medio-lungo termine. Le fibre idrosolubili svolgono questa azione rallentando lo svuotamento gastrico, riducendo l’assorbimento intestinale dei carboidrati, favorendo la produzione a livello del colon di acidi grassi a catena corta che hanno un’influenza benefica sul metabolismo del glucosio. Un consumo giornaliero di almeno 30 grammi di fibre migliora il controllo della glicemia e contribuisce a prevenire le malattie cardiovascolari. Se non si riesce a mantenere questo apporto con la dieta, si può ricorrere a supplementi contenenti beta-glucani, psyllium, gomma guar, glucomannano, pectine.
L’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) ha approvato i ‘claim’ per la riduzione della glicemia post-prandiale da parte dei beta-glucani, dell’idrossipropilmeticellulosa e delle pectine contenuti nei nutraceutici.
Una dieta ricca di polifenoli (presenti in frutta, verdura, cereali, olive, legumi, cioccolata ed in alcune bevande come tè, caffè e vino) si associa a un miglioramento dei parametri metabolici (glicemia, colesterolo, trigliceridi, pressione arteriosa) e a un minor rischio di sviluppare diabete, malattie cardiovascolari e alcune neoplasie.
Per quanto riguarda gli effetti sulla glicemia, i polifenoli inibiscono l’assorbimento di glucosio a livello intestinale, proteggono le cellule beta-pancreatiche dalla glucotossicità, riducono la produzione epatica di glucosio, migliorano l’utilizzazione di glucosio da parte i vari organi. I polifenoli più efficaci nel migliorare il metabolismo glucidico sono i flavan-3-oli (tè verde, cioccolato fondente), gli isoflavoni della soia (geinsteina), i polifenoli dell’olio extravergine d’oliva, il resveratrolo (bucce d’uva).
Quali sono le conclusioni degli Esperti SIPREC?
Nel Documento di consenso “I Nutraceutici pubblicato nel 2019, si legge “….anche se i risultati di alcuni studi di intervento sembrano suggerire un possibile effetto ipoglicemizzante dovuto a particolari tipi di polifenoli usati come supplementi, i risultati devono essere confermati da ulteriori studi più a lungo termine e su popolazioni più ampie, prima di poter dare indicazioni sulla loro reale utilità nella regolazione del metabolismo della glicemia. Infatti, i polifenoli non sono stati oggetto di “claims” da parte della Food and Drug Administration (FDA) e dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) per quanto riguarda il mantenimento di livelli ottimali di glicemia”.
La berberina potrebbe esercitare un’azione ipoglicemizzante attraverso molteplici meccanismi d’azione: il principale è la regolazione del recettore dell’insulina che, aumentando l’assorbimento del glucosio, ne migliora l’utilizzazione e induce una riduzione della glicemia ma agisce anche – per esempio – modulando la composizione del microbiota intestinale.
L’effetto ipoglicemizzante della berberina è stato valutato nell’uomo con alcuni studi di intervento che, poi, sono stati la fonte anche di alcune meta-analisi. I risultati di questi studi, effettuati in pazienti con diabete tipo 2, dimostrano che una dose di berberina compresa tra 0.5 g e 1.5 g/die per 8-12 settimane, riduce la glicemia a digiuno e postprandiale e l’HbA1c sia quando è utilizzata da sola che quando è utilizzata in aggiunta ad alcuni ipoglicemizzanti orali (metformina, sulfaniluree, glitazonici).
Nel Documento di consenso “I Nutraceutici pubblicato nel 2019, si legge: “… tutti i trials di intervento con berberina sono stati condotti in popolazioni asiatiche e, pertanto, poco generalizzabili ad altre popolazioni, in cui la berberina è stata utilizzata in combinazione con altri nutraceutici (per maggiori informazioni, si veda il documento completo a pag. 37.
Nè l’EFSA né la FDA hanno – ad oggi – formulato “claims” specifici relativi alla efficacia ipoglicemizzante e alla sicurezza della berberina.
In conclusione, gli Esperti SIPREC affermano che: “... nell’eventuale utilizzo dei nutraceutici, bisogna tener conto, da una parte, dei possibili vantaggi in relazione al loro effetto ipoglicemizzante e, dall’altra, dei possibili svantaggi/effetti collaterali che sono riportati nella Tabella 3” riportata di seguito.
**La Società Italiana di Prevenzione Cardiovascolare (Siprec) è una società scientifica multidisciplinare che annovera tra i suoi membri molteplici esperti di varie discipline (per es cardiologi, diabetologi, medici internisti, medici di medicina generale, pediatri, medici dello sport, nutrizionisti e farmacisti).
Grazie a questa multidisciplinarietà, Siprec assicura le competenze necessarie allo studio, alla diagnosi e alla terapia della prevenzione cardiovascolare.
Siprec interagisce attivamente con le Istituzioni, i medici e la popolazione su tematiche che riguardano la prevenzione di tutte le malattie correlate all’aterosclerosi come diabete, obesità, infarto, ictus, insufficienza renale.
Fonti:
Nutraceutici e displipidemie, diabete.com